27 volte idiota!

Questo post è stato scritto per farvi annoiare a morte stasera. Prima di andare in ferie vi lascio con un bel ricordo, così è sicuro che non vi dimenticate di me. Credo che apparirò spesso nei vostri incubi.

Ho girato un video, scandaloso, in cui ho inserito un pò di cazzate. Perchè ogni tanto anche sul blog è doveroso andare in OT.

Per la “gioia” dei vostri occhi e delle vostre “orecchie” eccovi il video in cui cazzeggio aspettando il compleanno di domani.

RudiExperience

Holly

Un caloroso abbraccio a voi ragazzi, ragazze, madri, padri, figli, zii, nipoti, nonni e via discorrendo. Non so chi c’è dall’altra parte dello schermo ma già per il fatto che state leggendo questo post mi sazio di piacere. Mentre youtube finisce di caricare un video il quale spero di riuscire a postarvi domani vi scrivo quattro righe.

Tra un pò iniziano le vacanze anche per me, e non è un mistero la gioia di finir questo maledetto countdown. -100 … -47 … -13 … e finalmente oggi -4! Eh si, tra quattro giorni le “meritate” ferie! eheh. Son tra virgolette non per caso. Quest’anno non so quanto son meritate, fatto sta che necessito di un periodo senza cellulari, computer, tv, proiettore, home teather, navigatore, internet, tablet, dvd, memory, I-pod, I-pad e tecnologia varia. Un pò di disintossicazione da chip. Ho tentato di vivere alla Christopher McCandless ma niente, non ci sono riuscito. Ebbene si, son tecno-dipendente. C’è chi ha il vizio del fumo, chi dell’alcool, chi della droga, chi del gioco… io della tecnologia, ed ultimamente dello sharing-connect (praticamente condivido tutto quello che riesco a condividere tra i vari siti abituali che frequento). Una cosa alla quale dovrò disabituarmi presto.

L’unica cosa che voglio concedermi in vacanza sarà la tanto amata reflex. Spero solo di non farle fare la fine dell’ultima (bagno al mare), ma questa è un’altra storia. =)

Voglio godermi nuovamente una cazzo di alba in riva al mare senza nessuno che rompe le balle con un bel libro in tasca e la Canon a portata di mano. Ammirare la strabiliante magnificenza della natura e sentirla mia, senza condividerla, come se lo spettacolo che sale in scena sia soltanto a favore del il mio godimento. Volete affiancarmi una persona? Bene, certo non vi dico di no, ma assicuratevi che sia quella giusta.

Vacanze… Spero che trascorriate delle bellissime vacanze anche voi. Divertiti e fate tutto ciò che vi passa per la testa. Portatemi una testimonianza dei luoghi che visitate, cercherò di fare lo stesso.

Non vi abbandonerò, sfortunatamente per voi… Mi rifarò vivo presto. Intanto appuntamento a Domenica.

RudiExperience

Dimenticavo… Ho una piccola sorpresa che vi svelerò domenica prossima 31 luglio. E’ una piccola novità, non vi anticipo nulla. Spero vi piaccia.

L’ultima neve di primavera

Song: Liga – Viva ( link )

Ciak, si gira.

Era una notte di primavera. Mi fermai sull’uscio della porta. Controllai l’ora, le 10:30, di sera ovviamente. Alzai gli occhi fin sopra la porte a mezz’aria e scrutai repentinamente l’interno. Non la vidi. Entrai nel locale. Le narici invase dal puzzo di frittura e dal tanfo del fumo. Tavoli sparsi un pò dappertutto dove persone si apprestavano a giocare a poker. Un pianoforte in fondo alla stanza sulla destra dove un musicista suonava canzoni dal motivo allegro, da sala. Il bancone pieno di bicchieri d’alcool ed una cappa di fumo staccando gli occhi all’insù. Stavo in cerca di una donna. Non una qualsiasi. L’avevo conosciuta poco tempo addietro.

La sera in cui la conobbi passò davanti casa con affare solerte, sicura di se. Girò un attimo lo sguardo verso di me, mi scrutò e subito tornò sui suoi passi. Superba. Il giorno seguente passò nuovamente di la. La fermai, quasi non mi dava attenzioni. Poi qualcosa che dissi la fece girare, si avvicinò, accostò la sua bocca alla mia guancia e bisbigliò

<<Dimenticami, fai finta di non avermi mai vista, non esisto per nessuno>>.

Probabilmente già aveva capito che non ero pasta per lei. Andò via. Ma io non son così di facili convinzioni. Per qualche giorno non la vidi, poi rieccola, nuovamente. La fermai di nuovo <<ehi, ehi, ehiii!>> dissi. Dapprima fece finta di non sentirmi, poi si fermò, mi guardò e mi sorrise domandandomi <<CowBoy, non molli mai, vero?>>

<<Certo che no>> risposi con un il sorriso mozzato a metà.

<<Allora vuoi veramente farti del male>> ribadì.

<<Non ho di certo paura di ciò che mi aspetta>>.

Da lì continuammo a vederci per giorni. Poi i giorni divennero settimane. Le settimane mesi, ed infine anni. Due per la precisione. Due anni di passioni, città, vite, gioie, magie, delusioni e vittorie. Ad un certo punto il mio volerla divenne spirito di abnegazione. Esisteva esclusivamente lei. Tutto il mio essere era stato diviso in due. La mia mente faticava a prendere le distanze da quell’organo squallido situato a metà tra busto e vita. E alla fine cessò di pensare.

Non era suo solito regalare oggetti.

<<Gli oggetti si dimenticano o si perdono. Le sensazioni restano indelebili dentro te>> era il suo pensiero.

Era un ciondolo argentato rotondo con una sorta di rosa dei venti scalfita al suo interno.

<<Ti mostrerà la strada quando ne avrai bisogno>> mi disse.

Lo presi e lo guardai. <<Farò tesoro delle tue parole>> le dissi ringranziandola. Trascorremmo quella serata al fiume. Con l’ululato dei lupi in sottofondo e il rumore della corrente del fiume che scendeva fino ad arrivare al mare circa cinquanta chilometri più giù. Le chiesi del futuro, di ciò che poteva offrirci e lei mi rispose di slancio restando a guardare la luna <<CowBoy, la mia strada è lunga e tortuosa, non è adatta a te, se mi poni questa domanda è tempo di dirci addio>>. Arrivò il momento. Da lì a poco andammo via.

Non tornò più. La cercai inarrestabilmente ma sparì. cercai di seguire le sue traccie.

I ciliegi erano in fiori e l’ultima neve autunnale si stava sciogliendo quando arrivò una voce su di lei.

<<Cabarcas, è lì che puoi trovarla>>.

Ed era proprio li che mi trovavo. In quel locale grezzo e mal ridotto. Mai avrei pensato di trovarla la dentro tra tipi sudici e sfiancati. Quando entrai tutto il locale si fermò, compreso il musicista. Per un attimo tutta l’attenzione fù rivolta verso me, poi, subito ripresero le loro faccende. Mi avvicinai al bancone ed ordinai da bere, aspettai un pò.

Il musicista si fermò, fece entrare il contrabbasso ed insieme iniziarono a suonare nuovamente. Why don’t you do right (link) era la canzone. Non la conoscevo, era molto orecchiabile. Una voce femminile iniziò a cantare. Il casino nella sala smise e poco dopo dalle scale di legno iniziò a scendere con passo sinuoso una ragazza. Indossava un vestito bianco lungo pieno di strasse con un lungo spacco sul fianco ed un balconcino che faceva invidia alla vista del Grand Canyon. I capelli tirati all’insù. Scese molto lentamente. Non c’era sguardo in sala non rivolto a lei.

Come faceva a star qui? Cosa l’aveva portata in questo posto? Perchè scappò via? Erano queste le domande che mi ponevo ed al quale non avevo avuto risposta.

Ad un certo punto mi vide seduto al bancone, mi fissò. Intanto continuava a cantare. Ero nuovamente ammaliato dal suo sguardo. Il mio cuore pieno di rabbia pullulava nuovamente d’amore. Si avvicinò sibilando le parole della canzone al mio orecchio. Poi si girò e finì di cantar in mezzo alla sala, sul palchetto. Una luce scendeva dal basso con un effetto particolare per via del fumo. Alzò le braccia per il gran finale.

Quando finì la sala riprese la consueta attività. Negli ultimi cinque minuti il locale divenne una gran galà. Sfilò la sigaretta dalla mano di un tizio, ed intanto veniva verso di me.

Si accostò al bancone, << John… un Martini con olive>> disse al barman. Accese la sigaretta ed esordì dicendo <<Che ci fai te qui? Non voglio vederti>>

<<Son qui per te>> le dissi.

<<Potevi anche restar a casa>>

<<Sei il diavolo fatto donna>> mi venne spontaneo dirle.

<<Si, sono un diavolo, e i belli angeli come te non possono star con me>>.

Istintivamente allungai le mani sul mio collo e tirai fuori il ciondolo che mi diede. Lo strappai con forza, le aprii la mano e glielo diedi.

<<Mi ha mostrato la strada fino a te>> le dissi e girandomi mi incamminai verso l’uscita.

Mi resi conto che neanche un gesto così poteva far sciogliere il cuore di ghiaccio di una donna.

Appare tutto come un film, ma non lo è…

RudiExperience

In pieno Rock’n’Roll

Song: In pieno Rock’n’Roll ( Link )

Di nuovo qui.

Su un altro treno, l’ennesimo, per far ritorno a casa.

Una altro fine settimana fuori in compagnia di amici per assistere ad uno degli eventi musicali dell’anno, Il concerto di Liga al Campovolo di Reggio Emilia.

E’ un pò come ritornare a casa. E’ bello star nella propria città, Reggio la sento mia almeno quanto il mio modesto paese di periferia.

Il treno è silenzioso. Una coppia di giovani ragazzi dinanzi a me si tiene per mano mentre cercano di riposare. Il caldo che procura questi sedili ti fa appiccicare il pantalone alla pelle e crea nell’aria un tanfo. E’ un Intercity, son migliorati rispetto ad una volta ma alcuni difetti sono cronici. Una volta si raccontava anche che su questi treni giravano pidocchi e parassiti simili.

Io li chiamavo <<I treni dei deportati>>.

Mi è capitato di trascorrere le notti in carrozza per andare in giro, sia per lavoro che per piacere, e vi posso assicurare che non c’è niente di peggio che viaggiare per sette ore, di notte, in un corridoio maleodorante senza sedersi, ne riposarsi. Viaggi che, al giorno d’oggi, non penso sia disposto a rifarli, probabilmente neanche sotto lauto compenso.

I viaggi in treno ti permettono di vedere piccoli particolari del paesaggio che, sia la macchina, sia l’aereo, non ti danno l’opportunità di apprezzare ma la quantità di ore dello stesso a volte è veramente eccessiva.

Stiamo attraversando un ponte con un lago sottostante. Bellissimo, scatterò qualche foto durante il tragitto.

Apro la porta della cabina e sento un gruppo di ragazzi più avanti cantare, con il filo di voce che gli resta, le canzoni di Ligabue. Son sicuro che ieri sera si siano dati da fare anche loro.

Uno dei concerti più emozionanti e faraonici visti fin’ora.

Un palco immenso, uno schermo che non entrava nell’obiettivo della fotocamera e credo almeno sessanta mila Watt di musica sparati a tutto volume nel padiglione auricolare. Sicuramente dopo ieri hanno da lavorare un bel pò di dottori, qualcuno le tonsille le ha rimaste sul campo insieme alle centinaia di migliaia di bottiglie, pantaloni, asciugamani, scarpe e via discorrendo.

Sarà difficile dimenticare questo spettacolo. Forse un giorno avrò l’occasione di dire: “Io c’ero”.

Intanto la ragazza difronte a me si è svegliata. Il ragazzo ha testa appoggiata sul suo seno come un bambino. Sembrano felici. Anche se lui con la collana di superman fa veramente pena. Gli ha spostato la testa. Riprende a dormire.

In due giorni i 1400km di treno, mezz’ora a piedi per arrivare al campovolo, una fila interminabile all’ingresso, tre ore di attesa prima dell’inizio e la sete che ha iniziato a fari sentire dopo la quinta canzone ne han valso il costo e la fatica.

Noi, insieme agli altri 110.000 di campovolo, siamo stati fantastici.

Una serata perfetta con un tramonto incredibile che faceva da cornice e la luce della luna piena che ci ha accompagnati tutta la serata.

Il repertorio è stato ampio, Rock’n’roll, ballate e duetti per tre ore da urlo.

Quand’è iniziata “Anime in Plexiglass” è iniziato il diluvio di gente che urlava, scalpitava ed accompagnata Luciano. E <<sotto sotto sotto>> questo cielo piegato in due dalle nuvole e dalla frescura si è consumato il blando pasto offerto da tutti i sedicimi musicisti di Luciano.

Il meglio è arrivato, e come tutte le cose belle, è passato.

Sto ancora in cerca di qualcosa di bello che duri nel tempo invece di andar via in una serata o nel giro di qualche tempo. Ma forse questa cosa non esiste perchè le virtù e le bellezze della vita son fuggitive. E non può essere altrimenti perchè questo è l’unico modo per  apprezzare la loro bellezza.

RudiExperience

L’amore in catene

Song: Bach – Cello Suite No.1 i-Prelude ( link )

Questa notte parliamo di catene e amore… Lo sapevo! Ma no, no! Non stiamo trattando Il masochismo o il sadomaso. Lo so che l’argomento vi interessa ma, se volete, ne possiamo parlare nel prossimo post con più cura e oculatezza.

Parliamo di amore e catene nel senso lato. Cioè di come l’amore, talvolta, può trasformasi in una prigione dorata e i gli abbracci in catene con la sezione di 1 centimetro.

Vedo intorno a me persone infelice. Delle poche coppie che conosco, ai giorni d’oggi, solo alcune di loro possono permettersi il lusso di dire d’essere fidanzate ed avere una relazione stabile senza complicazioni, timori ed infelicità.

La maggior parte vive il rapporto come una sorte di prigione dove fuggire fa paura più della paura stessa di sentirsi incatenati, scusate il gioco di parole, o di restar soli. Non posso far altro che constatare, con grande sconforto, meraviglia e amarezza di quanto le persone perdano luce propria sottostando al volere del proprio “partner”.

Stare insieme ad una persona dovrebbe dare stimoli, emozioni, adrenalina; e non senso di inquietudine e/o sconfortante vincolo.

Le persone sbagliano a concepire il senso di coppia. Il senso di fiducia e gelosia. Di libertà e prigionia. Se quando sto con gli amici ho un certo tipo di comportamento e, poi, quando sto con la fidanzata ho un altro tipo di comportamento significa che una delle due persone è falsa. E mi riferisco ai due me che si comportano in maniera differente. E’ possibile che esista una versione di me con la fidanzata ed una versione di me con il resto del mondo? La risposta a gran lunga è No!

Devo, o meglio, dobbiamo essere principalmente noi stessi a non far finta di esser ciò che non siamo realmente. Tutto questo perché, prima o poi, la possibilità di far una figura da poco è al quanto alta (Esempio: il Titanic). Non siate ipocriti verso voi stessi. Vivendo il rapporto con una persona e comportandovi da voi avete due possibilità:

1) La persona che presume di amarvi capisce come siete fatta realmente, quindi vi accetta; state tranquilli e ognuno è libero di comportarsi da se stesso.

2) La persona che, in questo caso, sicuramente non vi ama decide di far a suo modo e quindi vi impone un certo rigore nelle cose.

Nel primo caso non c’è bisogno di preoccuparsi o che vi dia spiegazione. Avete risolto almeno il 50% dei vostri problemi: Buona vita!.

Nel secondo caso l’azione più sensata da intraprendere è quella di mandare il vostro “partner” a pascolare le pecore. Limitare voi stessi per far contenta un’altra persona è una cosa da pazzi. Non essendo voi stessi, probabilmente prima o poi, diventerete come lui ed inizierete ad agire a sua immagine e somiglianza.

Con tutto il cuore spero che questa cosa non vi capiti mai.

Cercate un partner come voi o uno che abbia fiducia nei vostri comportamenti. Restate voi stessi, irradiatevi di luce propria.

RudiExperience

l’Amore ha il sapore del Kiwi!

Song: Kiss the rain – Yiruma ( link )

Questa sera, o meglio questa mattina ( 02:23 per la precisione ), inizio questo post con un dipinto di Fernando Botero (sulla sinistra) per ricordare che lo stereotipo di ragazza alta, bionda, seno prosperoso e labbra carnose non fanno per noi uomini amanti del morbido, crudo, sensuale e avvolgente corpo delle “non bastone per sbattere i panni“. Non abbiate riservo del vostro essere. Non disprezzatevi e non odiatevi se madre natura vi ha rese diverse da tante uguali, ringraziatela! Il timore di apparire “diverse” è relativo al soggetto che vi guarda e, principalmente, alla cognizione che avete di voi stesse. Non date retta alle cazzate: “Ma lei è bella dentro”, si deve essere belli anche fuori, e la cosa più importante di tutto è avere la consapevolezza di sentirsi belli! Sii bella! E talvolta essere belli significa anche aver classe, valorizzare il proprio fisico con stratagemmi di cui voi donne siete a conoscenza.

Noi ragazzi ci umiliano, isoliamo, annulliamo e Innamoriamo di Voi…

Innamorarsi è il sentimento più devastante conosciuto fin’ora. Innamorarsi significa brillare di luce propria. Inseguire un sogno consapevoli del fatto che qualcuno vi indichi la strada, guidarvi. Innamorarsi è il sole, le comete e le stelle. E’ tutto l’insieme della via lattea.

Chiudere gli occhi, pensarla, e sapere che c’è. Stendersi su un letto di lenzuola bianche con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi che rivivono emozioni. Sapere che una vita intera non basta per raccontarsi tutto.

Innamorarsi significa farsi bastare una serata bevendo e fumando (facendo la ricotta), e sentirsi realizzati dal dolce far nulla. Significa metter da parte se stessi senza sacrificio per amore altrui. Significa star fermi sul divano senza muoversi con il cuore a mille.

Significa far l’amore al chiaro di luna su una spiaggia, nudi, sentendosi liberi come i delfini nell’immensità dell’oceano.

Significa preparare la cena, apparecchiare la tavola, riempire la stanza di candele, rose e non sentirsi ancora appagati.

Significa sgattaiolare via alle quattro di notte con il dispiacere sul volto per lasciarla dormire tranquillamente.

Significa liberarsi la mente da tutte le cose superflue lasciando in evidenza i piccoli piaceri della vita ( uno sguardo, una carezza, un profumo, un taglio di capelli diverso ).

Significa scrivere quattro righe su come sentirsi innamorati cercando di trattenere le lacrime.

Significa fissarla mentre studia perché, con gli occhiali, è la persona più sensuale del pianeta intero.

E l’amore ha un sapore ben preciso. Il sapore del kiwi. Un frutto dolce, e allo stesso tempo amaro. Ti lascia il succo sulle labbra e te lo fa assaporare fino alla fine. Inizia con l’essere morbido, dolce, saporito; e poi, nell’avvicinarsi al centro, diventa amaro, duro.

Ma a chi non piace il Kiwi? Io, personalmente, ne esco pazzo. Il mio Kiwi saporito al gusto di limoncello.

Questo e tanto altro è l’essere innamorati.

E voi? Vi sentite innamorati?

L’innamoramento è il sentimento più instabile che l’essere umano conosca.

Innamorarsi significa ritrovarsi al di sopra della luna e, talvolta, più a fondo degli inferi. Ma questa è un’altra storia.

Son le 03:20 ed è arrivata l’ora di dormire. Notte…

RudiExperience