Oblio

On-Air: Oasis – Stop crying your heart out ( PLAY )

C’è chi la sera si rifugia in un angolo di casa con le luci spente e la musica a palla sparata nei padiglioni uditivi. Chi soffre. Chi corre sotto la pioggia. Chi si appoggia al vetro di una finestre di casa con i nuvoloni all’esterno e la pioggia che lambisce i vetri ed i cuori dentro di se. Chi impazzisce dimenando calci e pugni su di un muro. Chi aspetta invano, con il cellulare in mano, una chiamata o il tanto patito messaggio. Chi si getta in terra colpevolizzandosi. Chi non mangia, non dorme, non sorride, non gusta, non ascolta, non tocca e non Vive.

E poi c’è chi reagisce. Chi si rialza e punta lo sguardo al cielo. Chi sorride. Chi ci mette una pietra sopra. Chi ha messo le speranze da parte divenendo cinico. Chi ha trovato un altro amore della sua vita. Chi si volta intraprendendo un nuovo sentiero senza girarsi. Chi si distrae cercando di realizzare un sogno. C’è chi ascolta, gusta, tocca e Vive.

Siamo essere umani e come tali abbiamo tutti bisogno di amare o soffrire per sentirci Vivi. Tanto più portiamo i nostri sentimenti al limite, in un senso o nell’altro, tanto più le emozioni scaturite da tali sentimenti saranno forti. Gioie o sofferenze che siano ci segneranno irrimediabilmente alternando la nostra percezione delle cose. Modellando il nostro cuore rendendolo più spigoloso.

Sta a noi scegliere il modo in cui viverle. Intanto ciò che non ci lascia mai è la musica… e su quella potremmo sempre contare.

‘cause all of the stars
Are fading away
Just try not to worry
You’ll see them some day
Take what you need
And be on your way
And stop crying your heart out

RudiPhotoArt

E se dico di buttarti a fiume?

Eccomi di ritorno…

Dopo un pò di vacanza, relax e soprattutto disintossicazione da internet, cellulari e tecnologia varia torno a postare un nuovo articolo. Nuove idee sono in cantiere, alcune già palesate (il nuovo sfondo con un mio scatto, Il badge laterale di facebook e la Travel Map dei viaggi). Altre, arriveranno prossimamente.

RudiExperience

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Song: Coldplay – Every teardrop is a waterfall ( link )

Qual è il prezzo giusto per ricevere un consiglio spassionato? Un consiglio che prescinda da pregiudizi, velleità e falsi miti? … Credo al quanto alto.

Cerchiamo risposte a domande, a volte banali, insulse, ovvie, in noi stessi e negli altri. Banali o meno, l’approvazione o almeno il parere di un’altra persona può esserci di conforto o, come spesso capita, può far sfociare in noi un dilemma, in un qualche caso a cui non avevamo pensato. Sostanzialmente che sia la compagna di un amico conosciuta ieri sera oppure un fratello siamo sempre alla ricerca di un parere altrui.

Ma quanto vale il consiglio di un amico, conoscente, genitore o chi che sia?

Bhè, dipende dalla persona con cui ci confidiamo. Un amico, il vostro migliore amico, di certo può capire la vostra situazione (sicuramente lo avete aggiornato man mano l’evolversi della situazione) e di conseguenza suggerirvi determinati tipi di comportamento, i quali possono essere conformi al suo al suo stesso modo di agire, oppure derivare dagli eventi che, concordatamene, volete far scaturire dalle vostre stesse azioni, dalla vostra cosiddetta “mossa”.

Il consiglio di un amico non è legge. Non bisogna per forza di cose seguirlo obbligatoriamente. Sta a voi la decisione finale. Come ho già scritto decine di volte il futuro ve lo create attraverso le vostre scelte, talvolta azzardate seguendo l’istinto, talvolta ragionate.

Poi ci sono i conoscenti: una persona che conoscete da pochissimo tempo può darvi suggerimenti e opinioni da un punto di vista obiettivo, esterno. Non conoscendo luoghi, modi e tempi può analizzare sommariamente la situazione e consigliarvi compostamente. Ma il rovescio della medaglia sta nel fatto che, nel caso in cui si faccia un’idea sbagliata, tutto può venir erroneamente compreso e, il consiglio che ne consegue, può essere totalmente sbagliato.

E in terza fascia troviamo gli amati genitori: le persone che più al mondo cercano di darci un consiglio a fin di bene. Peccato che spesso e volentieri l’eccesso di zelo li induca ad essere più protettivi del dovuto e quindi, di conseguenza, consigliano in modo tale da non rischiare per la nostra incolumità. Come in una specie di cupola di vetro; incotonati per bene, cercano di fasciarci la testa prima che abbiamo il tempo di rompercela con le nostre stesse mani. Solo che in questo modo non capiscono che se non impariamo a sbagliare soli non impareremo mai a correggerci e quindi imparare dai nostri errori.

Dalle mi parti c’è un detto: “Chi nu sent e cunsigl e mamm’ e patt’ va a carè addò nu sap…” (Chi non ascolta i consigli dei genitori può trovarsi in posti che non conosce). Questo per ribadire che i consigli dei genitori si ascoltano nel momento in cui non vogliamo rischiare. Il fatto è che, a mio parere, chi non risica non rosica e quindi, non so voi, ma seguire l’istinto è sempre stata la mia scelta prediletta.

E alla fine cosa decidiamo?

La nostra mente elabora tutte queste informazioni e, la maggior parte delle volte, cogliamo solamente un generare: “Bla Bla Bla”. Non importa cosa ci dicano, cosa ci consigliano, non importa nulla perchè nel 99% dei casi intraprenderemo arbitrariamente l’azione da svolgere. Chiedendo un consiglio vogliamo crearci solamente un alibi per dire, nel caso in cui va male “E’ stata colpa sua che mi ha consigliato così”. Ricerchiamo un capro espiatorio per non assumerci la responsabilità delle nostre scelte.

Siamo tutti leoni, anzi leoncini esattamente parlando. Ma non pecore.

Spesso la rabbia, le delusioni, perfino le scelte altrui ci spingono a farci chiarezza in proprio imparando, con l’esperienza, il tempo, e soprattutto a nostre spese a comportarci di conseguenza e farci capire qual’è la strada giusta da intraprendere. Ecco perché siamo leoncini, e non leoni. Difficilmente riusciamo ad individuare rapidamente la soluzione più adatta al nostro problema. Spesso l’istinto prende il sopravvento inducendoci a sbagliare.

E poi ci son le pecore che non scelgono mai del tutto. Neanche dinanzi all’evidenza. Neanche con una pistola puntata alla tempia.

Fai quello che ti senti di fare o quello che ti dicono di fare?

Mi viene da dire: “Fai quello che ti senti di fare”. Probabilmente sbaglierai, e lo rifarai di nuovo, e di nuovo ancora. Ma stai sicuro che non sarà per sempre. Rare sono le occasioni che si presentano una sola volta nella vita. In quei casi, e ribadisco specialmente in quei casi, agisci secondo ciò che senti sia giusto fare. Non accusarti di nulla. Non guardare indietro con aria rassegnata. Non rammaricarti. Se hai agito con un certo criterio e rigore hai sicuramente pensato che, in quel momento, era la cosa giusta da fare. In queste occasioni rare guarda un attimo dentro di te, dai ascolto a quella caxxo di voce che ti consiglia. Fatti guidare da lei. E’ inutile pensarci dopo e biasimarti con il senno di poi. Se hai seguito l’istinto non compiangerti. Sii fiero di te stesso. Se poi andrà male pazienza, ti rifarai. Solitamente la vita offre almeno un paio di occasioni.

E se siete voi a dover consigliare?

Se poi vi ritrovate nella condizione opposta, ossia quella in cui siete voi a dover consigliare, l’unica cosa che mi viene da dirvi è che, il consiglio deve essere il più spassionato possibile e deve essere dato proporzionalmente alla conoscenza della persona che vi trovate dinanzi. Ma già so che non mi ascolterete facendo di testa vostra. E fate bene.

In definitiva, agire secondo il proprio volere è il miglior modo per fare esperienza, e poi in questo modo né dovrete dare la colpa agli altri per i consigli elargiti, né avrete il dubbio su come sarebbe stato agendo di propria volontà. Se vi consigliano di buttarvi a fiume voi vi gettereste?

RudiExperience

Young forever

Song: Hooverphonic – Mad about you (Play)

Recenti fatti accaduti mi han fatto pensare in maniera più insistente alla morte e al senso di vuoto che ti porta dentro quando una persona cara si perde tra le ceneri del tempo. E stanotte voglio scrivervi di questo. Perché perdere una persona cara può sconvolgervi la vita più di qualsiasi altra cosa. Il vuoto che resta dentro, e che non sarà più colmato, è più devastante di un tornado forza cinque. Dopo di esso puoi ricostruire. Una città può rialzarsi, mettersi all’opera e far si che divenga più bella di prima. Ma nell’animo umano quella parte profonda, quel piccolo pezzo di cuore dove era sito il bene per quella persona, viene lesa in maniera irreparabile. Anche rimpiazzandola non diventerà mai più bella di prima.

Ieri lessi il necrologio di una persona al qual tempo ero solito dar visita, trascorrere pomeriggi e interloquire. Al suon di quelle parole una piccola parte dentro di me sembrava spegnersi. Ogni lettera diveniva macigni sporgenti che precipitavano sulla costiera. Per un pò una sensazione di vuoto mi ha attanagliato la mente. Poi silenzio.

La persona non esiste più, ma il ricordo di lei vivrà luccicante nei cuori delle persone che l’han conosciuto e vissuto fino all’ultimo respiro. I suoi averi saranno dimenticati, accantonati, buttati col tempo, ma le sue parole e le persone che ha generosamente ‘coltivato’ non disconosceranno il suo nome, non gli imputeranno colpe. Lo ameranno come forse mai prima.

Il ricordo più bello vive negli occhi delle persone che sono state al suo fianco, e di quelle che ha dato al mondo e che oggi hanno la gioia di vivere.

L’istogramma cinese riportato sopra si chiama QI e rappresenta la forza della vita, l’energia universale. Non c’è rimedio alla morte, ma possiamo far in modo che, quando arrivi il momento di ognuno di noi, non abbiamo rimpianti per le scelte che abbiamo fatto in vita.

Voglio proporvi, infine, a tal proposito una poesia di Ungaretti << Inno alla morte>>.

Amore, mio giovine emblema,
Tornato a dorare la terra,
Diffuso entro il giorno rupestre,
E’ l’ultima volta che miro
(Appie’ del botro, d’irruenti
Acque sontuoso, d’antri
Funesto) la scia di luce
Che pari alla tortora lamentosa
Sull’erba svagata si turba.

Amore, salute lucente,
Mi pesano gli anni venturi.

Abbandonata la mazza fedele,
Scivolero’ nell’acqua buia
Senza rimpianto.

Morte, arido fiume…

Immemore sorella, morte,
L’uguale mi farai del sogno
Baciandomi.

Avro’ il tuo passo,
Andro’ senza lasciare impronta.

Mi darai il cuore immobile
D’un iddio, saro’ innocente,
Non avro’ più pensieri ne’ bonta’.

Colla mente murata,
Cogli occhi caduti in oblio,
Faro’ da guida alla felicità.

Buona Vita, RudiExperience