Iris

Song : Goo Goo Dolls – Iris ( Esegui )

Dalla finestra di questo Hotel osservo un mondo passeggero giù la via. Uno dei tanti volti di questo panorama che domani già cambierà faccia. Tante macchine che passano davanti l’entrata. In lontananza il fuoco acceso di due prostitute che cercano di riscaldarsi attendendo il prossimo cliente. Il fiume che scorre e verso destra la stazione ferroviaria con il rumore dei treni merci che viaggiano durante la notte.

E te, Iris, accanto a me, distesa a dormire per la stanchezza della giornata appena trascorsa. Dorme beatamente. Senza fastidi, senza pensieri.

Occhi di ghiaccio e cuore caldo come il sole.

Con le cuffie dell’ I-pod nelle orecchie ed il pc acceso mi godo questo momento in attesa di domani, quando non ci sarai, in cui tornerai alla tua vita nuovamente senza me.

E quindi scrivo prolungando questo momento il più possibile. Cerco di non dimenticare la bellissima sensazione di averti accanto, di poter accarezzare i capelli, il viso che tanto odi quando lo fanno e poter apprezzare ancora una volta quel tuo profumo.

Odio la distanza che ci separa ma, intanto, procrastino questo attimo rubato al destino, dopo aver fatto l’amore. Dopo aver rivissuto un’altra serata di incanti. Anche se domani ognuno riavrà le proprie vite questa notte siamo stati una cosa sola. Due essere fusi in un solo corpo.

Mi tocca spegnere tutto ora e accoccolarmi accanto a te, stringendoti delicatamente forte e facendoti sentire il peso della mia presenza, la mia anima intontita ed il mio cuore ammaliato.

RudiExperience

Moonlight

E passai per il parco giochi, quello dietro casa sua. C’era una vecchia altalena scricchiolante nella brezza di quella notte al chiaro di luna. Gli scivoli arrugginiti dal tempo e dalle intemperie. Le lanterne con le luci gialle affievolite dallo sporco. Non c’era nessuno in giro tranne qualche ciclista che, con la dinamo, illuminava la strada avanti a si attraverso il parco. Mi acquattai dietro un cespuglio sotto casa sua. Abitava al primo piano. Iris era il suo nome. Lunghi capelli dorati ed occhi azzurri come l’acqua del lago accanto la cittadina. Uno sguardo che lasciava esterrefatti. Era impossibile resistergli. Aveva certi occhi da gatta, un corpo procace ed una chioma d’oro arruffata il cui sentore di donna faceva uscir di senno il più fedele degli uomini. L’attrazione inevitabile che esercitava sugli uomini era così ardente che non trascorreva giornata la quale non veniva corteggiata. Gettai un sassolino su per la finestra per farla scorgere, ma nulla. Dopo un pò un secondo, e poi un terzo. Quando la speranza di vederla mi stava pian piano abbandonando ad ogni lancio non corrisposto vidi aprire la finestra. Era lei. Una shirt bianca scollata con i capelli che le scendevano giù fin sopra l’ombelico. Mi alzai per farmi vedere e lei sorrise. Senza dirmi nulla calò la corda per farmi salire. Mi girai giusto un attimo per vedere se c’era qualche occhio indiscreto che sbirciava ed iniziai a scalare. Lei, intanto, rientrò. Salii senza far rumore, Iris non abitava sola. Nella stanza accanto la sua c’era suo fratello, ed in quella successiva i suoi genitori. Entrai in stanza, ritirai la corda e chiusa la finestra. C’era buio pesto e l’unica luce che mi faceva strada verso di lei erano i riflessi della luna. Non conoscevo la stanza e camminavo quasi gattoni per non calpestare qualunque cosa poteva provocare rumori. Senti nel buio un “pss pss”. Era Iris che mi stava chiamando. Mi rivolsi verso il suono e dissi – Eccomi. Si rivolse di nuovo a me e con tono pacato mi disse di star attento al comodino ed alle mele di Jobs nel cestino. Misi le mani avanti per sorvolare il pericolo, mi sembrava di star giocando a mosca cieca; solo che il mio premio non era una barretta di cioccolato, era qualcosa in più, molto di più, che da tanto desideravo. Arrivai all’estremità del letto. Mi accorsi che era la parte in fondo perché, toccando le lenzuola, scorsi i suoi piedi. Alzai il lenzuolo e sentii una sua risata, il tabù a cui stavamo andando incontro le piaceva. Mi intrufolai attraverso le lenzuola come un ragno che rientrava nella sua tana. Iniziai toccandole le lisce gambe levigate come il marmo. Il dito indice si districava zigzagando sulla pelle come un avventuriero alla sua prima scoperta. Non aveva il pantaloncino, solo quella maglietta bianca ed una culottes per coprire le sue nudità. Mi parlò nuovamente dicendomi: “Ti ho salvato la vita l’altro giorno, sarà meglio che mi ricompensi” – E’ il minimo che posso fare – le dissi io. Da sotto le lenzuola le feci allungare le braccia vero l’alto sfilandole la maglietta. Il corpo si intravedeva a malapena con la pochissima luce che si spandeva nella stanza ma le sue curve perfette risuonavano fin dentro le pareti della stanza e le ossa del mio corpo. Finalmente arrivai all’altezza del volto. Riuscivo ad intravedere solo la parte sinistra, quelle che dava sulla finestra. Un sorriso bellissimo ed un occhio aperto sbarrato, come il diaframma di una reflex, verso di me. Uno sguardo che voleva dirmi: “Prendimi, sono tua, solo per questa notte, ma sono tua”. Mi sentii così impacciato dinanzi a tanta bontà che sembrava di star alla mia prima volta, quando ogni bacio, ogni carezza, ogni gesto era una scoperta, una nuova emozione, un nuovo sodalizio per i miei cinque sensi. Ero quasi paventato da così tanta bellezza. Si avvicinò baciandomi sulle labbra molto delicatamente, quasi solamente appoggiandosi. E poi mi abbracciò come se fossi il suo unico amore. Ed io, con estremo piacere, ricambiai. E da li iniziammo un’avventura durata una notte, fin quando la luna tramontò e fu l’alba di un nuovo giorno. La notte con Iris fu indimenticabile. Non sapevo se il giorno successivo avrei riscoperto nuovamente il piacere della sua compagnia oppure sarebbe rimasto solamente un singolo momento della mia vita. Non mi era concesso saperlo. Ma sarà l’emozione, l’attesa, la scoperta o l’attrazione che mi fotte ogni volta che la vedo. Ogni volta che i miei occhi si posano su di lei. Ogni volta che ripenso alla luce della luna riflettere sul suo volto, il  profumo alla vaniglia o le sue labbra carnose. E son sicuro che Iris non si dimenticherà di me. Non sarò solamente un numero. Avrò un nome, ed un cognome, ed un posto, e privilegi che non son da tutti. Iris è Iris e tutti la amiamo per questo.

RudiExperience

Lesbian for a night!

Song: Feeling Good – Muse ( Link )

E poi ci son quelle notti, strane, in cui ti svegli nel bel mezzo della notte. Mentre guardi l’orario ritornano in mente frammenti di sogno. Ti sforzi nel cercar di ricordare ciò che è stato frutto della tua immaginazione. E ritornano alla memoria più scene. Una ragazza alta, bionda, occhi verdi – la chiamerò Iris. Cammina per strada, sola. Cerco di guardarmi intorno ma non riconosco la via, non riesco a focalizzare bene il posto dove sta camminando. Sembra una strada di città, i lampioni alterni illuminano la via, la ragazza e il suo vestito. Indossa un vestitino blu notte che inizia dal seno per finisce sopra le caviglie. Tacchi a spillo e calze autoreggenti. Attorno a lei solo palazzi, sembran vuoti – sarà per l’ora tarda. Cammina per strada sicura, non sembra curarsi del fatto che a quell’ora possano circolare malintenzionati. Guarda intorno, si gira per osservare ogni macchina che passa come se stesse aspettando qualcuno. Improvvisamente se ne ferma una. E’ grigia, forse una Serie1, forse un’altra, non ricordo bene. Accosta e dall’interno aprono lo sportello per far si che salga. Provo ad affacciarmi verso la portiera per vedere all’interno chi è il guidatore. E’ un’altra ragazza. Di questo ne son sicuro. Le davo l’età di Iris. Non ricordo bene il volto. Anche lei vestita elegante, capelli castani e collanina sfavillante. Tacchi ai piedi ed un nome glitterato inciso accanto allo specchietto: “Sally”. Sally ed Iris. Chissà qual’è la loro destinazione.

Poi, all’improvviso, il sogno cambia locazione. Mi trovo fuori un locale, è super affollato. Parcheggia una macchina, son loro. Mentre escono dalla macchina almeno la metà delle persone che sta al di fuori del locale le guarda. Son sicuro che ognuno di loro anche per solo un attimo ha pensato di stender loro un red carpet fino al tavolo dove siedono solitamente perché, anche se i ragazzi stan li con le fidanzate, in quel momento, in quell’unico attimo, l’attenzione e l’attrazione è tutta per loro. La loro bellezza è struggente, mozzafiato, da capogiro. Prendono posto su due sgabelli accanto al bancone. Il barista sembra conoscerle bene – “Il solito” chiedono. Sally con molto charme aggiunge: “Al mio già sai, almeno tre olive”. Credo si riferisse ad uno dei suoi cocktail. All’improvviso una calca di gente intorno a loro. Tutti ragazzi bramosi di avere i loro cinque minuti di gloria per raccontare in giro le loro gesta. Ma le ragazze non sembrano essere interessate. Nessuno di loro questa sera sarà così fortunato da rivolger loro la parola per più di dieci secondi.

Arrivano i loro cocktails. Uno è un “Martini cocktail” con tre olive. l’altro sembra un “Redbull e Vodka”. Saranno in serata. Dovranno festeggiare qualcosa. Fanno un primo giro, poi un altro ancora, e alla fine un ultimo. Nel mezzo tante chiacchiere e risate. Non riesco a ricordare di cosa parlava.

Cambia di nuovo la locazione. Sempre loro, Iris e Sally. Sembrano legate per la pelle in questa notte. Si trovano sul cofano della macchina in un parcheggio. Non c’è nessuno attorno loro. Hanno in mano una bottiglia di birra a testa e si passano, con molta eleganza, un sigaretta rollata a mano, credo una canna. Non ricordo l’odore. Non so dire che tipo di erba sia. Ma penso che era roba di gran classe. Loro non sembrano affatto tipe da poco. Mentre si passano la canna l’un l’altra Sally getta del fumo in faccia a Iris, lei socchiude gli occhi e le sorride. Sarà il fumo, o il troppo alchol ma Sally ci prova. Le dà un bacio. Presa dalla stessa indole Iris ci sta, lo condivide. Un intreccio di lingue fa scattare una passione che fino a cinque minuti prima non sembrava esistere. Gettano via lontano le bottiglie e la canna. Entrano in macchina. Sally continua a baciarla, si scosta dalla bocca ed inizia sul collo, poi sulla spalla, sull’omero, sulla scapola. Poi si sposta ancora arrivando, con movimenti sensuali quasi come due amanti che si conoscono da tempo, fino al seno. Iris non si ferma, è sorpresa dalla situazione, solo un pò impacciata. Sembra essere la prima volta per lei. Forse lo è con lo stesso sesso. Ma non sembra affatto disturbarla da questo. Sally, invece, si trova a suo agio. Già padrona della situazione sapeva come muoversi attraverso il corpo di Iris. Man mano il vestito blu scendeva fino a scomparire facendo emergere tutto il suo corpo. Due persone che diventavano, per una sera, la stessa passione. E’ iniziato tutto per gioco. Mi trovavo la ad osservarle. Avevo la brutta sensazione di essere uno spione indesiderato. Ma loro non potevano di certo vedermi: era il mio sogno. Sally ed Iris. Una serata diversa dalle altre. Continuo a vederle mentre, tra una risata e l’altra, realizzano ogni loro piccola sensazione, curiosità, fantasia.

All’improvviso Stop! Mi sveglio, il sogno finisce e mi ritrovo in un incubo: la realtà. Non son riuscito a vedere la fine di questa serata ma credo che l’avranno finita alla grande. Quanti di voi mi hanno invidiato questa notte? Non pochi sicuramente! Provo a prender sonno nuovamente, ma credo che oramai Sally e Iris abbiano ripreso la propria strada. Il sogno è stato un evento solitario.

RudiExperience